Trinciato Italia, il sapore del bel paese

 

ITALIA

Denominazione : Italia

Produttore : Manifatture Sigaro Toscano

Composizione : Virginia, Kentucky, Orientali

Prezzo : euro 5,20

Confezione : 40 gr

Pipe utilizzate : Peterson Aran Lovat

Peterson St. Patrick’s Day

Savinelli Dry System

Ho sentito i pareri più disparati sul trinciato Italia, uno dei nostri tabacchi nazionali, anzi a mio dire il più nazionale. L’Italia rappresenta un gusto classico, un punto di riferimento essenziale per chi vuole capire i sentori tabagiferi nazionali. Molti fumatori ne danno un’immagine pestifera di tabacco infumabile se non miscelato ( un po come è per il Forte), altri ne parlano un poco meglio, altrettanti lo adorano. Io sono tra questi ultimi.

La busta riporta la seguente composizione : “Una miscela di alta qualità ottenuta da pregiati tabacchi Virginia e Kentucky, arricchiti da foglie orientali”. Beh lasciatemelo dire, una descrizione che è l’esatto equivalente del tabacco in fumata. La forza del Kentucky viene smorzata dalla dolcezza del Virginia ( attenzione, non è dolce!) e di tanto in tanto si riesce a percepire le note di profumi orientaleggianti.

All’apertura della busta non si presenta particolarmente secco, anzi il tasso di umidità a mio parere è al punto giusto. Nelle buste da me personalmente fumate non l’ho mai trovato troppo secco. Il caricamento è molto facile, non necessita di particolari attenzioni, una pressione media va benissimo. All’accensione, durante le prime boccate il trinciato colpisce immediatamente per il gusto particolare. Tra l’aspro e l’amaro, di media forza e molto accessibile alle mucose orali. La combustione è ottima, brucia con molta facilità, ma non tende a scaldare.

Avviata la fumata, l’Italia riesce a sorprendermi. Le note del Virginia e del Kentucky si fondono insieme e spesso durante l’arco della fumata, a combustione molto “fresca” gli orientali escono fuori, andando ad arricchire senza snaturare la componente maggioritaria di Virginia e Kentucky.

Indubbiamente questo trinciato ha molti pregi, tra cui la facile reperibilità (io lo trovo spesso e volentieri un po’ ovunque) e il costo contenuto. Un tabacco ottimo ed economico, e soprattutto caratteristico del nostro paese. A mio parere la dicitura “gusto classico” non fa una piega.

Buono, economico e facilmente reperibile.

Voto 6

8 pensieri riguardo “Trinciato Italia, il sapore del bel paese

  1. Negli anni 70 il monopolio mi ha gentilmente inviato due campioni per esprimere un parere. Lo acquisto e lo fumo regolarmente. È un po’ come il 50 mm sulla macchina fotografica… potrebbe, secondo me, essere migliorato, magari mettendolo in scatola sottovuoto. È neutro e si presta molto bene a ogni tipo di miscela. Esempi: 50% con Amhora, 50% con Park Lane. Per la sera con pizzichi di Forte o Toscano sbriciolato. Buono con percentuali variabili di Latakia. Anni fa il taglio era più grosso.

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  2. Hai parlato benissimo, a ragione , di questo tabacco e poi gli hai dato la sufficienza… Come insegnante sei molto stretto nei voti!!!

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    1. Ciao Fabio. Scrivere un blog personale, giacché non si può eludere – quantomeno non del tutto – il carattere necessariamente soggettivo dell’accostamento alla materia in quistione, riesce ad essere inspiegabilmente motivo di fraintendimenti continui ai quali mi pare sempre più difficile fornire una giustificazione. Scrivere di un trinciato come l’Italia, in fin dei conti buono per una fumata spensierata e senza troppe pretese, almeno per ciò che mi riguarda, è scrivere di ciò che è sufficiente e nulla più. Il mercato offre varie tipologie di trinciati, dai più semplici e “popolari” (come l’Italia) ai più complessi che necessariamente contemplano un lavoro di blending imparagonabile e una qualità differente della materia prima. Oltre la pura soggettività che muove a fumare e a scrivere, ci sono necessariamente altri parametri che vanno presi in considerazione, per forza di cose. Purtroppo scrivere un blog di questi tempi è diventato un compito ingrato, poiché più che confrontarsi a cuor leggero, si preferisce polemizzare come se, davvero, un blog sulla propria esperienza con la pipa e i propri personali pareri siano equivalenti ad una bestemmia qualora non ci si trovi d’accordo. Ci tengo a precisare che questo commento non è indirizzato a Lei personalmente (e ci mancherebbe), ma segno di una riflessione più ampia. Per quanto riguarda il termine “insegnante” poi, così come tutti gli altri termini che tendono a descrivere erroneamente colui che scrive a titolo personale e con fine di pura e semplice condivisione di una passione (che è anche vizio, senza nascondersi dietro a un dito) mi sembrano sempre fuori bersaglio, poiché non si vuole insegnare niente a nessuno. Si vuole solo dare la possibilità di leggere qualcosa su cui si può essere d’accordo o meno, lontano da qualsiasi sentenza o giudizio definitivo. Ho colto l’occasione per una riflessione più ampia, semplicemente. Grazie di essere passato di qui.

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  3. Mi trovo in grossa parte con questa recensione.
    Ogni tanto mi piace provare “nuovi” tabacchi ed il trinciato Italia era ancora inedito per me.
    Dopo la débacle del Comune e del Forte – tra i pochi tabacchi che non sono riuscito neppure a finire – ho preferito evitare di accostarmi all’Italia.
    Un’inaspettata confezione di Semois, che mi ha fatto innamorare dei cd. naturali, mi ha spinto invece ad avvicianrmi a questo tabacco, e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
    E’ un tabacco che si fa fatica a recensire, perché anche io ne trovo tante note positive, ma alla fine, il voto finale, è inesorabilmente basso. Basso perché non può reggere la concorrenza con tanti altri tabacchi sul mercato.
    Ed allora, mi sono chiesto, che cosa mi colpisce, cosa me lo rende gradevole?
    Sicuramente nel valutare un tabacco, il rapporto qualità/prezzo è un elemento di non poco conto.
    Con meno di 6 euro, si mette in pipa un tabacco onesto, di facilissima gestione, e che regala fumate decisamente spensierate e poco complesse: è il classico tabacco che fumerei (e fumo) in spiaggia, o a passeggio, quando non posso stare troppo dietro alla combustione ed il vento la fa da padrone.
    Nonostante gli orientali non siano più citati sulla busta, io li sento, così come sento un kentucky di non primissima scelta, ma fortunatamente non soverchiante rispetto ad un virginia, questo si, fortemente dimesso.
    Due difetti che devo segnalare sono l’eccessiva carica nicotinica (ma parlo per mio personalissimo gusto, è un difetto soggettivo), nonché un appiattimento inesorabile nell’ultimo terzo del fornello.
    In definitiva un tabacco rustico, schietto, discreto che non ha assolutamente intenzione di promettere la luna, ma che fa il suo compitino con tenacia.
    Dimenticavo: lo trovo ottimo per rodare le pipe, essendo un tabacco che sostanzialmente non lascia alcun odore inestinguibile nel fornello.

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