Gawith Hoggarth Dark Flake

005-001-0013

Gawith  Hoggarth non ha certo bisogno di presentazioni. Nel mondo del lento fumo, della produzione dei tabacchi da pipa, rappresenta uno dei mari nei quali il naufragio non solo è dolce, ma addirittura sperato. L’arrivo in Italia di alcune produzioni della storica dinastia delle terre di Kendal, è stata a parer del sottoscritto (che non ha la possibilità di fare un salto oltre confine….) una fortuna oltrechè sperata. L’offerta è varia, dai soapy ai Virginia fino agli “strong”. Tra questi, il Dark Flake rappresenta tutto quello che ci si aspetta di trovare in un prodotto di tale tipologia.

Inizialmente non so perchè, ma in riferimento a tale prodotto, ero leggermente scettico. Forse perchè il tabaccaio me lo avevo presentato simile al Lakeland, suo cugino ( di secondo grado aggiungerei io), con quello strano aroma dolciastro e profumato che niente ha a che vedere con l’odore secco e rude di sigaro, che invece il Lakeland presenta. Comunque sia, la sua composizione, mi intrigava non poco.

All’apertura della latta, quello che più colpisce è il suo strano aroma : acqua di colonia. Assolutamente. Adesso, sapevo che a Kendal con  queste cose ci giocano : nel senso che le profumazioni stile inglese sono inconfondibili nei loro blend. Tuttavia, finchè non si prova, anzi finchè non ci si ragiona(!), è impossibile capire. Il Dark Flake ( come altri prodotti GH, Ennerdale in primis) si presentano al fumatore provinciale (quale io sono), come materia sconosciuta ed entusiasmante proveniente da lontane lande. Allo stesso modo nel quale, popoli lontani, furono sommersi dalle merci più assurde nella lontana era mercantile. “Diamine, una cosa da un altro mondo”, questo pensai alla sua apertura.

Ora che, il Dark Flake lo conosco abbastanza, sono pronto a descriverlo su queste povere pagine. Non mi ha mai abbandonato da quando è approdato in terra italica, quindi, ho avuto modo di intravederne l’essenza, la quale tuttavia è ancora sfuggente e forse sfuggirà ancora a lungo. Sia questa, però, la sua prima e doverosa comparsa su questo blog.

Ufficialmente in Italia Virginia e Burley. La casa produttrice ne dà la seguente descrizione ” …a blend of dark fired Virginias, and Indian air cured tobaccos. A full bodied smoke for the seasoned pipe smoker.” Non c’è che dire, interessante è dir poco.

In fumata, è tutto da scoprire. Lavorati un po’ i pezzettoni di fetta e fatto arieggiare un quarto d’ora, è pronto per essere caricato e fumato. L’accensione parte abbastanza bene, qualche fiammifero in più ( ma è risaputo…), un minimo di attenzione con il pigino, e si parte. Rotta verso la contea del Cumbria…

E’ un tabacco la cui composizione non lascia scampo : sapori duri, forti, tellurici. Si alternano a tratti, tuttavia, ad una profumazione lieve e mai invadente, per rifluire verso una forza torbata che per quanto mi riguarda, definir goduriosa è poco. Il refluire della profumazione nell’irruenza torbata, tanto improvvisa quanto attesa è libidine pura. La fumata, scorre così, lenta e tranquilla nell’alternanza della carezza e dello schiaffo. Potrei aggiungere molte altre sensazioni, ma preferisco tagliare corto, in rispetto dell’immediatezza con cui colpisce questo tabacco.

Il Dark Flake è così. Non molto complesso,  ma mai  semplice. A metà strada tra la contemplazione profonda e il tabacco per palati duri e voraci. Difficilmente comprensibile nel breve periodo, non mancherà di affascinare e stupire gli amanti dei nettari forti.