G.L.Pease Westminster

 

pease west. blog

Un ritorno forse inaspettato per i manzoniani lettori di questo blog, ammesso che ne abbia ancora. Chi scrive e cura questo blog – nato nel tentativo di raccontare la personale esperienza di un ragazzo alle prese con la pipa, – a causa di varie peripezie esistenziali, su queste pagine, è stato uccel di bosco.

Nel periodo di tale assenza, la pipa (ma anche il sigaro…) hanno continuato a tenermi compagnia, così come ha continuato a tenermi compagnia la voglia di esplorare, fumare trinciati mai provati prima e tornare su precedenti alchimie che, forse, avrebbero potuto esprimere nuovi linguaggi. Al di là di questo, il sottoscritto ha continuato a vivere la propria quotidianità che per quanto possa essere evoluta rispetto alle giornate nelle quali si occupava di questo misero blog, non ha mancato di essere scandita dal riempimento dei fornelli e dal procedere delle braci. Cos’è mancato? Di certo non la voglia di condividere, che mai si è trattato di questo. Piuttosto, il tentativo di prosieguo dell’esperienza di pipatore “in solitaria”, a mente fresca, senza dover star troppo a pensare a talune o talaltre caratteristiche e sensazioni, che tuttavia, si palesano ogni qual volta ci si ritrova a pipare. È possibile “impiparsene”, per dirla con il de Curtis, di tutto questo abbondante contorno della pipata? Si di certo, ma la vera domanda dovrebbe essere un’altra : “fino a quando?”. Ab illo tempore, avendo un sacco di appunti, “appuntati” e lasciati come bozze, su trinciati, pipe, sigari etc., che alla lunga intristiva non poco a vederli così smozzicati, il sottoscritto si rendeva conto che occorreva rendergli dignità. E magari, farlo in questo periodo di tristezza e clausura, potrebbe restituire qualcosa (lo spero vivamente), come la propria gratitudine verso i suddetti lettori che non hanno smesso di lasciare qualche commento o fare un salto su queste pagine, nella speranza di poter “distrarre” (per quanto possibile a queste poche parole…) qualcuno di loro.

Se qualcuno ricorda come il sottoscritto trattò l’argomento Latakia e in particolare la English Mixture “di per sé”, sa che non potrebbe definirsene un habitué. Iniziai col fumarle toujours, per poi privilegiare tutt’altro – specie Cimette e alcuni Virginia – i quali rientrano molto, molto di più, nelle corde di chi scrive. Il tabacco in questione, del quale si va trattando, il “Westminster” di Pease, non fa eccezione in tal senso, piuttosto in un altro : forse è la migliore EM che abbia mai fumato. Vado a memoria, non ricordo (e non controllerò a ritroso le mie parole, farlo non mi interessa…) se avevo insignito lo Squadron Leader di S. Gawith di questa magra onorificenza : dopotutto, resta una grande (e iconica) E.M. … E trinciato da pipa in senso lato.

Non mi prenderò la noia di considerare a scopo interrogativo il prezzo : non è certo un punto che gioca a favore del Westminster, ma la “quistione prezzo”, seppur non sottovalutabile, considerato il mio rapporto con le “inglesi”, non la si può di certo considerare portante. Or bene, dopo questo lunga prolegomeni – dovuta, tuttavia – sarebbe meglio passare al G.L. Pease. A scanso di equivoci, il “confronto” con lo Squadron Leader, velocemente fatto sopra, è poco importante e sinceramente neanche pensabile di “oggettività”.

La composizione e il taglio : piacevoli, entrambi. Una miscela inglese “tonda” a base di  Virginia (red) – deliziosi – e, ovvio, il Latakia. A completare il quadro, piuttosto classico, la componente degli Orientali. Il taglio è “grossolano”, ma non troppo : caratteristica che personalmente ho gradito. Gusto, “sostanza” e “presenza in fumata” – a dir del sottoscritto  – sono il risultato del connubbio tra qualità dei tabacchi impiegati e taglio : un cocktail “oleoso”, pieno. Un esempio di come una miscela possa essere pienamente presente e partecipe in termini di fumata. Intendiamoci, non la pienezza né la pastosità di un Balkan Flake SG (e ci mancherebbe, tra E.M. e Balkan ce ne passa…), ma quale si addice – in maniera non scontata – ad una English Mixture, ad una buona English Mixture, perché a dire E.M. si fa presto. Astraendo – per quanto possibile – dal mercato italiano e dai prezzi che lo caratterizzano e ponendo l’interrogativo in altri “paesaggi”, certo più ameni, nello specifico più livellatori, il Westminster avrebbe (e probabilmente ha…) qualche metro di vantaggio sugli inseguitori della stessa categoria.

In fumata, il carattere oleifero di cui sopra, a restare nei limiti di una E.M., è sublime. Non credevo di riuscire a tenere tante pipate consecutive, nel senso di fumare tanto a lungo senza cambiare tabacco, senza ricorrere ad un paio di Cimette MTB o ad un Long Filler, vuoi ad un Best Brown : il Latakia in genere, nell’ampio ventaglio delle miscele in cui è presente, mi sazia – nel bene o nel male – dopo un fornello, due al massimo. Beh, con il Pease in questione, la storia è andata diversamente dal solito, e questo è di certo motivo di stupore. Quantomeno, incuriosisce. Una miscela equilibrata, ma piena di gusto, di sapore. A tratti con qualche nota dolce – nel range della componente Virginia – che tanto me lo ha fatto apprezzare. Una miscela inglese ottima. Non credevo di “stancarmene” tanto tardi, eppure, è successo. A ragionarci su, l’eccezione che pertanto rende veritiero e trasparente il rapporto “odio e amore” che permane nell’accostamento del sottoscritto alla miscela inglese quale tipologia.