Sulle ali della delicatezza : Mac Baren Navy Flake

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Da qualche tempo a questa parte, trovo piacere del corpo e quiete dell’animo in alcune note mielose che fuoriescono dai fornelli delle mie pipe. Le note aromatiche in questione, mai invasive e sempre aristocraticamente al di sopra degli eccessi brutali di alcune pseudo-leggerezze, trovano forma in quello che è uno storico prodotto di casa Mac Baren : il Navy Flake.

Il Mac Baren Navy Flake, a parere del sottoscritto è un tabacco che ha un peso, è un prodotto da prendere sul serio, sia per quanto riguarda la sua presenza storica che per l’azzeccatissima composizione che ne rappresenta il carattere. Presente nei fornelli di innumerevoli pipe fin dal lontano 1965, questo tabacco presenta una composizione che al sottoscritto, nel momento in cui ha aperto la prima latta, ha fatto letteralmente venire l’acquolina in bocca : Virginia, Burley e un tocco di Cavendish sottoposti a pressione per un periodo di trenta giorni…

All’apertura della latta, come dicevo, gli aromi che emanano le sottili strisce pressate stimolano nettamente il gusto : note fruttate, mielose, di una dolcezza elegante, non invasiva, quasi conoscesse le buone maniere. A crudo è poesia pura, e non di meno lo è nel fornello a combustione andante. Le strisce si presentano sottili, di un bel biondo invitante e personalmente ne adoro la facilità con cui si lasciano preparare e caricare. E’ un flake facile ed intuitivo.

All’accensione presenta delle note dolci, che rimangono tali anche quando si esagera con il fuoco. E’ un tabacco che difficilmente esce dai binari, sopporta bene i surriscaldamenti del fumatore distratto, che tollera e perdona anche troppo. Durante la fumata le sue note fruttate rimangono stabili, ed anche se non presenta complesse evoluzioni, a parere di chi scrive non teme affatto la concorrenza più blasonata. Gli aromi fruttati, dolci e leggeri, rilassanti e rasserenanti, di tanto in tanto concedono il posto a delle note che a crudo risultano molto più palpabili, mentre in fumata vengono avvolte ( ma non coperte attenzione!) da un corpo molto più presente : sto parlando di quel sentore mieloso che seppur non dominante, permette di percepire, a parere del sottoscritto, l’anima più profonda e ambigua del Navy Flake.

Le note in questione emergono di tanto in tanto dal fruttato corpus dominante, le quali contribuiscono all’arricchimento della fumata rendendo il seguente flake tutt’altro che stucchevole.

Riporta alla mente più che la primavera, come inizialmente pensavo a causa del suo corpus dominante che va dal fruttato all’erbaceo, l’autunno. Già… quelle giornate d’autunno nelle quali le erbe e la vegetazione sono ancora capaci di inondare l’ambiente delle proprie note olfattive, che ormai morenti, caricano di malinconia lo spirito di chi vi si immerge. E l’odore degli ultimi frutti rimasti sugli alberi, che ci invitano a coglierli, fuggendo al decadimento imminente.

In fine l’odore del miele. Nel thè, nei dolci, in cucina… che esce dalla finestra e si percepisce, di tanto in tanto, nel corpus naturale dell’autunno che va morendo, e proprio perchè giunto alla fine, ci regala i suoi ultimi forti ed avvolgenti sentori.

Per me, il Navy Flake, rappresenta tutto questo.

Voto : 9-