Forte; Blend con foglie apicali di Kentucky Toscano

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Non sono mai stato più critico, in materia tabagica, riguardo allo snaturamento di un trinciato come il Forte. A questo trinciato, o meglio a quello dei tempi che furono, troppo mi lega. Il gusto, il ricordo, l’inizio e lo sviluppo dell’esperienza pipica, in qualche modo tutto quello che ha avuto a che fare con le pipe e il lento fumo mi porta a considerare il Forte come perno intorno al quale ruotò  il mio battesimo di pipatore. Il Forte di un tempo, fu insieme, prete e acquasanta : molto della mia personale iniziazione al lento fumo la devo all’aroma di questo povero e ricco allo stesso tempo, trinciato popolare.

Dopo una snaturazione troppo evidente per essere sopportata perfino dall’insensibile ragione del marketing, il Forte è tornato “fumabile”. Ma tra il “fumabile” ed il trinciato pieno di carattere quale era, troppo ancora ci passa. Da inguaribile fumatore da marciapiede, dal Forte continuo ad aspettarmi molto di più.

Ma veniamo al dunque. Il Forte è migliorato, e dati i tempi che corrono voglio essere ragionevole nei limiti che me lo consentono. Si lascia fumare, risulta gradevole e tutto sommato non è così male. Ma sempre di altro si parla, ovvero di una peculiarità persa. Di trinciati popolari assimilabili a questa nuova versione del Forte, ahimè, ce ne sono. Ci si muove su un terreno che non fu mai battuto dal trinciato che fu, in particolare alcuni sentori orientaleggianti di base al posto della zaffata terrosa della vecchia e classica composizione. E’ un fattore di gusto, stimola ad altre percezioni di per sè estranee e assimilabili a trinciati come l’Allegro, che non hanno mai fatto mistero di essere trinciati che inseguono altre e diverse mete. Il Kentucky della pomposa dicitura in busta c’è, non so in quali proporzioni, le quali non credo affatto alte. Lascia in fumata un lieve sentore legnoso, ma si perde facilmente nelle vampate orientaleggianti, che un po’ mi disturbano e che presentano una persistenza se non proprio elevata, quantomeno più che costante.

Si fuma e si tira avanti. Ma se si fosse chiamato in un altro modo, ne sarei stato più felice. Una conclusione che resta tale. Senza aggettivi a rimarcare, e senza lode.

Nota aggiunta : nonostante tutto, si presta bene però a contaminazioni interessanti. Ne parlerò in seguito.

 

Forte : Adieu, mon bon ami

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Sono stato un fumatore fortunato ed inconsapevole. Fortunato perchè, del Vecchio Forte, quello dal taglio fino-fino, di colore marrone scuro ne ho fumato a bizzeffe. Amandolo. Inconsapevole perchè, di tutto il Forte che per quasi due anni ho fumato, mi ero ritrovato ad incappare in vecchie scorte che stavano lì sugli scaffali delle tabaccherie di paese ad aspettarmi. Invendute. La nuova edizione, quella moderna e finale (almeno per ora…) del Vecchio Forte non ha niente. Nè il tabacco, nè il taglio, nè il colore. Perfino all’inizio del cambio di busta, il Forte rimase, salvo piccole sfumature (per altro gradite) quello di sempre.

Tutti gli articoli che fino a questa pubblicazione ho scritto sull’argomento parlano della vecchia edizione, ormai quasi del tutto scomparsa. A fortuna si riesce a trovarne di qualche vecchia busta… ma ancora per poco sarà così. Ed è un vero peccato, sinceramente. Un grande delitto si è consumato. Ne I misteri del Forte scrissi che la nuova edizione, quella con la busta nuova, era gradevole tutto sommato quanto la vecchia. Beh, non avevo ancora avuto modo di provare, fortunatamente, la vera e definitiva “nuova versione”.

Un Forte che non è, a dispetto del buon nome, “forte” per niente. Adieu, mon bon ami.

I misteri del Forte

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Esistono confronti capaci di allertare, capaci di spalancare nella mente brecce aperte con spari di cannone : sono quegli scambi di vedute che avvengono con persone che pur non conoscendo personalmente, si è certi di quello che dicono. Ci si fida dell’esperienza, del palato, della conoscenza dell’interlocutore, il quale rispetto al sottoscritto, appoggia con disinvoltura sul tavolo della discussione, il proprio pesante e al tempo stesso soave empirismo.  E se parliamo di tabacco, l’esperienza la fa padrona. Dopo questo breve intro riflessivo, partiamo dall’inizio….

La Compagnia del tabacco, forum a cui prendo parte, è il principio di questa riflessione. Nella sua sezione dedicata alle fumate “in tempo reale”, una di Lakeland Dark (ottima produzione Samuel Gawith con Kentucky), mi fece venir voglia di un certo gusto kentuckiano… quel gusto che al sottoscritto ( a torto o meno) spesso fa approdare al trinciato nostrano “Forte”, produzione MST ufficialmente a base di tale varietà. Ebbene, armato di pipa, tabacco e “macchinetta” digitale, condivisi quella mia scanzonata fumata di Forte nella sezione del forum. Fin qui tutto liscio, niente di nuovo sul fronte orientale. Spesso, però, la tranquillità è cosa che vien meno in un battibaleno. Infatti la sicurezza assoluta, garantita dalla MST, che nel mio fornello stesse bruciando Kentucky e solo quello fu vigorosamente danneggiata… Ed eccolo, il colpo di mortaio che sparato dall’altra e apparentemente tranquilla parte della trincea, è atterrato direttamente sul quartier generale, sulla mia certezza :

“Ragazzi, fumatevi pure il Forte, ma non vi illudete che la sua base sia Kentucky. Quelle, sono altra cosa.”

Il soldato stordito dallo scoppio si alza tremante sulle proprie gambe, chiedendosi cosa mai fosse accaduto così all’improvviso, cercando di capire come una così sicura e apparentemente solida postazione sia stata colpita con così tanta facilità. Tuttavia il milite, che con qualche minuto in più ha realizzato, vede in fondo al fumo dello scoppio un barlume di positività :

“Cosa ci sia nel Forte non è dato sapere, tuttavia da esperienze, ricerche, gustazioni, comparazioni, a mio dire qualche discrepanza c’è. Posso ipotizzare, che magari, alla sua base ci sia del Burley o dell’Italian Badischer Geudertheimer e che al Kentucky è stato affidato il ruolo di condimento”.

Ovviamente l’ipotesi era stata abbondantemente supportata, non ultimo da una tabella additivi molto interessante che potete trovare qui, ma anche da un ragionamento fatto a partire dall’utilizzo del nostro buon nazionale nelle cartine, che potrebbe non fare una piega. Inoltre, nessuno e men che meno il sottoscritto è mai caduto nella titanica illusione che il Forte sia ancora quello puro di un tempo… quello di cui i vecchi vanno ancora narrando la erculea forza e l’indomita natura tabagica. Il mondo cambia, e certamente allo stesso modo la composizione del Forte. Chi fumerebbe oggi, un tabacco sporco e sgorbutico come quello che fu il vero trinciato del popolo di un tempo? Mah, forse nessuno…. e il ragionamento fila, ed anche troppo. Ma va bene così, perchè un qualcosa il Forte conserva ancora della sua originaria natura : quella essenza  selvatica e refrattaria che, nonostante la variazione della sua nativa composizione, riesce ancora a vantare nel mondo di oggi. E proprio adesso che con la mia System Deluxe lo sto degustando me ne rendo conto. Quale altro tabacco riesce ad avere questo carattere…. questi spigoli, questa forza che più che nella nicotina sta nel suo sapore? Lo si voglia o no, credo che il Forte sia ancora lo sgorbutico trinciato del popolo, ma di un popolo diverso : quello del XXI secolo. Quello invischiato in una modernità monotona, un popolo che non tira più la zappa, ma che sempre popolo rimane, in una nuova composizione sociale che lo relega sempre e comunque al proprio, forse, perpetuo posto. 

Adesso per il sottoscritto il Forte è un mistero. Così come lo è stato per il soldato, reduce dallo scoppio, la dinamica del colpo inferto. Ma entrambi sappiamo cosa fare. Io continuerò a fumarlo, godendo di quelle sensazioni e di quel gusto di cui il buon trinciato è capace, mentre il soldato continuerà a vendere cara la pelle maledicendo la guerra e la sua errabonda natura.

In fondo è così, è anche materia di sensazione il tabacco, e tutto può venir meno a patto che essa rimanga a vivere nella combustione. Il Forte continua a farla vivere nella propria.

Trinciato Forte

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Il Forte nella confezione vecchio stile : bellissima

Denominazione : Forte – Gusto Pieno-

Produttore : Manifatture Sigaro Toscano

Composizione : Kentucky

Prezzo : 4,70

Confezione : 40 gr

Pipe utilizzate :

Varie

Il trinciato Forte costituisce, insieme al Comune e all’Italia, l’ossatura dei trinciati nazionali italiani a base di Kentucky. La confezione riporta la seguente descrizione : “Una miscela naturale dal gusto pieno a base di Kentucky italiano che si fa apprezzare per la sua robustezza e generosa intensità”.

Come per l’Italia e per il Comune, i pareri sui tabacchi naturali italiani sono molto discordanti, personalmente sono arrivato a pensare che “o si amano o si odiano”. Il Forte non fa eccezione, anzi, se con il Comune o l’Italia ci possono essere maggiori sfumature di giudizio, con il Forte si è netti : piace o non piace.

All’apertura della busta possiamo trovarlo un po’ più secco del dovuto, tuttavia non è l’umidità che caratterizza questo tipo di trinciati. Se è troppo secco no problem, si riumidifica. Nelle buste da me fumate è successo raramente. Il colore è scuro, bellissimo. Il taglio è fine e filamentoso, si carica molto facilmente. La combustione ottima. Consiglio una pressione leggermente vigorosa, dato il taglio. All’accensione (molto facile) il corpo e la forza sprigionati sono “pieni”, abbastanza forti, ma senza eccedere  ( a patto di non esagerare).

In fumata i sapori sono entusiasmanti, è uno di quei tabacchi che senza particolari evoluzioni riescono a essere sempre tra i mie preferiti. I sentori di legno, di cuoio e di terra… quell’affumicato dal gusto spiccato, l’odore penetrante…

Amo fumarlo all’aperto, durante qualche passeggiata in campagna, d’inverno e con un clima umido. Regala esperienze indimenticabili, grazie anche alla perfetta combustione che aiuta molto a passeggio. Ottimo per i rodaggi, direi perfetto.

In più è un trinciato storico, il tabacco dei nostri antenati… Un pezzo di storia, e soprattutto ha sostanza e carattere da vendere. Essenziale ed insostituibile.

Voto 8