Stortignaccolo, elogio dell’equilibrio

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Con il passare del tempo, il sigaro toscano è diventato sempre più presente nelle fumate del sottoscritto. Amando il Kentucky italico nella pipa, solitamente bruciando Cimette Mastro Tornabuoni umidificate e non, non potevo restare distante da quella che è la forma archetipica di questo tabacco : la troncoconica. Non sono un gran conoscitore del sigaro, tolto l’essenziale, e ci ho pensato un po’ prima di stendere queste righe. Tuttavia non posso e non voglio rimanere muto : lo Stortignaccolo in particolare, ma anche altri sigari di casa CTS e MOSI, fanno ormai parte a pieno titolo del mio fumare. Per coerenza e per non far torto a nessun prodotto, trovo logico scriverne, ammettendo senza imbarazzo le lacune di semplice fumatore quale sono, intorno all’argomento.

Ho provato diversi sigari toscani con il passare del tempo, apprezzandone le qualità, ma rilevando anche la giusta situazione nella quale risultano più appaganti : un Long Tornabuoni, ad esempio, date le caratteristiche che gli sono proprie, lo riservo a determinate situazioni. Lo Stortignaccolo invece è quello che fumo di più, e il numero di confezioni acquistate e di sigari fumati è cresciuto in maniera esponenziale, specie negli ultimi tempi. Questo perchè è un sigaro molto equilibrato, a mio dire suo gran punto di forza che lo rende godibilissimo in uno svariato numero di situazioni.

E’ un sigaro fatto a macchina, un sigaro semplice e godibilissimo. Lo ritengo personalmente un sigaro di media forza. E questa qualità lo rende molto interessante, in quanto ampiamente duttile : di media forza, ma saziante. Equilibrato anche nel gusto, tendente al dolce, ma con note anche amare e sentori tellurici : aromi che si influenzano a vicenda, dialetticamente, donando a questo sigaro un equilibrio cristallino, intuibile e costante. Non scade mai, non c’è mai il sopravvento soverchiante dell’uno o dell’altro capo del gusto, ma è costantemente presente un gioco tra i due, un gioco che nasce e si sviluppa in un punto medio. Mai agli estremi, ma sempre in un centro perfettamente bilanciato. A fare da elemento terzo tra i due, arricchendone però la dialettica, è un sentore erbaceo che nulla toglie al dolce e all’amaro, al contrario favorisce la danza e l’interazione tra i due opposti.

In conclusione un sigaro da fumare sempre, ma un sigaro pregevole, godibilissimo e di gran qualità. Un sigaro del quale, una volta che ci si entra in contatto, è difficile farne a meno. Un fantastico tuttogiorno, di indiscutibile qualità. Presa in considerazione la fascia in cui si colloca, veramente un sigaro lodevole. Niente di più e niente di meno, come se si dicesse poco…

 

PS. Una nota di merito va al delizioso packaging.