Oltreconfine : G.L. Pease Cumberland

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Gregory Pease non  ha certo bisogno di presentazioni, benché meno di quella di un fumatore abbastanza provinciale ( ma in lenta via di “sprovincializzazione”) come il sottoscritto. Giri e intrighi di amici viaggiatori, mi permettono ( non senza incomprensioni e sbagli ) di riuscire a mettere le zampe, di tanto in tanto, su qualche nettare non importato in Italia e reperibile solo in note terre straniere.

Tra i miei desideri vi era il Cumberland di Pease. Non nego di trovarmi in difficoltà nel recensire un prodotto del genere, in quanto è molto lontano rispetto a quello che è possibile reperire in Italia : non per la qualità, perchè di tabacchi di innegabile qualità ce ne sono, tuttavia per la sua natura. Questa è la differenza, a mio parere, tra quelli reperibili in Italia (inglesi in primis) e i nettari americani che si spera arrivino un giorno….

Questo Cumberland  è superlativamente americano : a partire già dalla diversità del blend! Una base di maturi Virginia rossi arricchiti con del Kentucky ( chissà se la partita sia ancora quella invecchiata di venti anni o altro) e aggiunta di Perique…

Regala fumate fantastiche, rotonde e molto confortevoli: quasi avesse la capacità di cullarci. Di facile combustione, riesce ad esprimere al meglio la propria carica aromatica. I Virginia offrono una suntuosa  base alle note tostate tipiche del Kentucky e allo speziato del Perique. La fumata scorre semplice ed intuitiva, caratterizzandosi lungo tutto il suo percorso di una variazione tematica che ha ben pochi concorrenti : si vola sulle note del Virginia, del Kentucky e del Perique come se si venisse avvolti da un delicato ciclone… Tabacco esclusivamente da meditazione, di forza media e molto corposo questo Cumberland riesce ad esprimere al meglio le suggestioni paesaggistiche e territoriali americane : non è la prima volta che paragono un tabacco alle suggestioni che sono capaci di provocare i paesaggi… e fermandomi a riflettere, penso che il Cumberland altro non sia che dolce suggestione. Non c’è altro da aggiungere, in quanto questo per me è il Cumberland di G.L.Pease…