The Family Era

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La storia del marchio Charatan è un esempio di travaglio affrontato con onore : durante tutta la sua esistenza, che continua a gonfie vele tutt’oggi, è passato di proprietà in proprietà mantenendo per quasi tutto il suo arco temporale uno standard qualitativo ai massimi livelli. A grandi linee, questo storico marchio inglese ha vissuto svariate ere : si va dal periodo in cui fu di proprietà della famiglia Charatan ( Era Frederick 1863-1910 – Era Reuben 1910-1960), passando per le due ere in cui fu sotto il controllo della Lane ( 1961-1965) ( 1965- 1976), continuando per altre due ere, Dunhill, in seguito all’acquisto di Charatan da parte di quest’ultima (1977-1981) (1981-1987). Poi il periodo oscuro, ovvero la vendita di Dunhill del marchio a J.B.Russel, con conseguente delocalizzazione della produzione Charatan dall’Inghilterra alla Francia ( 1988-2000). Dal 2000 ad oggi, Charatan è tornata proprietà di Dunhill, che ha riportato la produzione in Inghilterra restituendole l’alta qualità del prodotto, dopo la brusca interruzione dovuta a J.B. Russel.

La pipa di cui parlo, risale molto probabilmente all’era Pre-Lane. A sua dimostrazione, fortunatamente, è possibile consultare un’ottima guida a questo link. Per farla breve, comunque, i requisiti da avere per essere datata Family Era sono questi :

  •  Grandezza della pipa fino ad una Dunhill gruppo 5.
  • Bocchino di tipo a sella o conico
  • Assenza del Double comfort
  • La CP è stampigliata sul bocchino in modo che la C entri nella P
  • Assenza della £ di Lane sul cannello della pipa (da notare che dal 1955 le pipe importate da Lane in USA riportavano la £, che non è necessariamente sinonimo di era Lane)
  • Assenza della lettera X sulla sigla dello shape della pipa, stampigliato sul cannello in radica della pipa stessa (ad es. 2502 e non 2502X)
  • Assenza delle lettere DC stampate di seguito al numero dello shape (ad. Es. 2502 e non 2502DC)
  • Assenza della scritta “MADE BY HAND” sul cannello (Introdotta per la prima volta nel 1958)
  • Presenza della scritta “CHARATAN’S MAKE – LONDON ENGLAND” su 2 righe
  • La CP ha una marcatura più fine rispetto alle ere successive.

La mia presenta tale dicitura sul cannello : “Charatan’s Make London England”. Più in basso, all’incirca sotto “England”, vi è la sigla dello shape : “11”. Non ha il famoso Double-Comfort ( introdotto proprio a seguito dell’acquisizione da parte della Lane), nè la X, ad indicarne il classico bocchino a sella. Non ha la famosa “L” di Lane, la quale non è significato assoluto nelle datazioni. Il CP, assottigliato dal disco durante la pulizia (il bocchino era pesantemente ingiallito), presenta la C che entra nella P. Al momento è rimasto marcato, ma privo del suo originario colore. La pipa non presenta altre scritte… Insomma, chi me l’ha venduta è stato onesto dichiarando l’era a cui appartiene questa bent, e io sono stato fortunato a prenderla.

Devo dire la verità : sono contento che questi tecnicismi volgono al termine. Per il sottoscritto la pipa è un qualcosa da vivere, un qualcosa che fa affidamento sulle emozioni. E su questo punto, nonostante il breve periodo passato dal giorno in cui ne sono entrato in possesso, questa pipa sembra accompagnarmi da molto di più.

Comincio con il dire che la trovo bellissima, che detto da uno che compra (quasi) sempre solo ciò che gli piace, rimarcarlo, è dire molto. E’ una bent classica. Dalle linee pulite, morbide. E’ una pipa dallo spiccato gusto vintage, con un fascino che sembra possa essere toccato. Ed in realtà è così… Racchiude in sè tutto un mondo che noi fumatori di pipa odierni, il più delle volte, possiamo solo immaginare. La testa sabbiata (e che sabbiatura!) e il cannello rusticato la rendono esteticamente irresistibile, così come la sua finitura, una tan molto scura, che vira al nero appena viene avvolta da una leggerissima ombra. Il fornello è abbondantemente capiente.

In fumata dimostra di essere una inglese a tutti gli effetti. Più “morbida”, se così si può dire, rispetto ad una Dunhill, differente da una Peterson ( rimanendo sulle nordiche), ma pur sempre una pipa la cui prerogativa si esprime nella resa in fumata sul lungo periodo. E di queste pipe, soprattutto inglesi, sto incominciando ad approfondirne la natura, ammirandone le performances.

In questa Charatan’s Make (ad essere precisi), ci ho fumato un po’ di tutto. Ho sperimentato: dalle EM ai Flake di Balkan, dal Mac Baren Navy Flake (ultimo innamoramento tabagico) ai naturali. E sempre il tabacco è stato un vero incanto. Esaltato e reso come se lo si odorasse nella tin….

Ma in fin dei conti, per me una curva fuma i naturali. Ed anche se a malincuore sono costretto a dirottarla su tabacchi che alla sua tradizione risultano meno ameni, so che non me ne vorrà. Prometto, comunque, di garantirle di tanto in tanto qualche incursione nelle English Mixtures…

3 pensieri riguardo “The Family Era

  1. Qualità, chiarezza e sintesi.
    Assieme sono una rarità.
    La mia prima inglese (tenuto conto che Peterson è irlandese), all’epoca importatore Basciano di Genova.
    Apparente follia nel rapporto prezzo – estetica rispetto ad alcune allora emergenti artigianali italiane, fu invece l’inizio di una rivoluzione culturale nella mia rastrelliera.

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  2. Pipa squisita, hai fatto male a cederla 😉
    Non la fumo molto perché simpatizzo per fornelli più capienti, ma in quanto a comodità (è anche l’unica curva che ho) e resa in fumata, ha pochi rivali in rastrelliera.

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    1. Ciao Enrico, sono contento di trovarti su questi lidi.Il fatto che la mia ex “Charatan’s” abbia reso felice un fumatore che l’ha acquistata, mi rende felice di rimando e non rimpiango di averla venduta sotto questo punto di vista. Meno dal punto di vista collezionistico, ma non colleziono, quindi…
      Le curve sono andate via tutte, ho solo dritte e semicurve al momento. Ti auguro di continuare a godertela, sia dal punto di vista della fumata, sia per quanto riguarda il valore della datazione. Non se ne trovano tutti i giorni, soprattutto in condizioni così invidiabili. Colgo l’occasione per risponderti anche sul Gaslight. Si, lo conosco, forse ne scriverò, ma non so se a breve. Un saluto. K.

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